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l Buonriposo, uno degli angoli d’incanto della Val d'Orcia, è rimasto immutato dal 1560, anno della sua edificazione come convento e succursale per i viandanti della Francigena; e tuttavia è mutevole come le sue stagioni e i cieli, che si fanno di vetro nell’inverno tramontàno e sfumati di fate morgane nel torrido dell’agosto. E’ mutevole nell’avvicendarsi degli anni e dei secoli, ora stazione di posta, parla di questue e di gabelle; ora protagonista, ora solo quinta scenografica; ora tornata fattoria di proprietà dei marchesi Origo che tanta parte hanno avuto nelle pagine più umanamente luminose della storia della val d’Orcia del XX secolo.

Alla dimora del  Buonriposo tutto appare  appena generato e remotissimo. E’ il tempo che scorre, ma non passa, in sintonia con il ciclo naturale, conducendovi oltre, ad altro, cambiando i vostri modi, suscitando altri moti.

 

Al Buonriposo siediti e ascolta il mormorare del vento  tra i cipressi e gli olivi, il contrappunto squillante delle acque dell’Orcia, lo scarriolare lento eppure incessante, ritmato dal salmodiare pellegrino: sono i carri che solcano la Francigena e vanno oltre Radicofani, oltre l’orizzonte, circumnavigando l’Amiata.
Voi, contemporanei pellegrini del turismo, al Buonriposo  ripetete gli stessi tragitti, esercitate gli stessi aneliti e vi stupisce ancora quel mondo intorno, con l’illusione di un tempo che scorre ma non passa.

Abitare questo luogo non è semplicemente soggiornare, ma appartenere alle genti dell’Orcia dove c’è una sorta di senso etico dell’estetica. Qui coltivare significa officiare il senso della natura. Non so spiegarvi altrimenti perché il contadino dell’Orcia non sappia pensare un orto se non in forma di giardino, e così una vigna o un campo.

Il Buonriposo è una testimonianza di come si possa realizzare un turismo sostenibile e compatibile così come noi lo intendiamo: armonizzare i comportamenti umani al principio di eredità da lasciare alle generazioni future e beneficiare correttamente delle risorse naturali senza che esse vengano intaccate dall’uomo.

Nel giardino della dimora si diffondono gli arbusteti con la tenace ginestra odorosa, il prugnolo, la rosa canina, il pungitopo, il ginepro, il corbezzolo, il viburno e, padrona assoluta, la “Roberella”, quercia  madre, simbolo di questo luogo.

Il Buonriposo è una pluralità di ambienti: il fiume dell’Orcia, trait d’union della valle, il monte Amiata che lo protegge, il bosco che lo colora, le colline agricole, i calanchi e le biancane che lo distinguono.

Ecco perché il Buonriposo è contagioso: ti genera uno spleen  che ti costringe al ritorno, a risolcare queste lande che non trovano mai l'eguale.

 
 
Podere Buonriposo, 22 - Strada Provinciale 53 Orcia/Socenna km 13 - 53026 Pienza (SI) - Italy - info@dimorabuonriposo.it